Non leggete come fanno i bambini, per divertirvi, o come fanno gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere!

Gustave Flaubert

mercoledì 31 marzo 2010

Alice e i Nibelunghi-Prima parte

Direte voi: "ci troviamo difronte un romanzo dove una ragazzina (Alice) per qualche motivo, viaggia nel tempo ritrovandosi a vivere un'avventura nelle regioni nordiche con un popolo barbaro, assetato di vendetta come appunto i Nibelunghi, protagonista appunto nell'epica nordica, o per meglio dire, nella canzone Nibelungenlied."

" Per molto tempo è stato come se il male non esistesse, o almeno non mi riguardasse da vicino, poi due anni fa mio padre ha inizato a soffrire di un leggero mal di testa. In principio mia mamma che è infermiera ha pensato ad una leggera sinusite e abbiamo acquistato la macchinetta per fare l'aerosol. Poi, una domenica mattina, mentre falciava il prato del nostro piccolo giardino, mio padre è crollato; d'un tratto l'ho visto cadere bocconi sull'erba tagliata e dentro di me si è aperta come una voragine, un vuoto, un buco nero che ha risucchiato la mia infanzia, la tranquillità e la sicurezza che il suo sorriso mi aveva sempre donato. All'ospedale, dopo le prime analisi e la TAC, abbiamo scoperto che era solo una questione di tempo, che per mio padre non c'era più nulla da fare[..]Nella radiografia che la mamma mi mostrò invitandomi ad avere coraggio, quella macchia sembrava un mostro marino, uno squalo nero dallo sguardo ottuso e crudele."

 Bhè..forse non è esattamente com'era previsto. In realtà sono i Nibelunghi a sopraggiungere nell'epoca di Alice, proprio quando la sua vita sembrava finire così. Può succedere che all'inizio di un dolore, ne possa iniziare un altro, a volte più grande del precedente.

"All'epoca io avevo dieci anni e mio fratello quindici. La notte mi svegliavo in un lago di sudore, scossa dagli incubi: il terribile squalo nero diveniva sempre più grande, inghiottiva il babbo e poi noi tutti, uno alla volta, come fossimo stati dei pesciolini. Nel sogno scappavo, scappavo, e sentivo il risucchio della sua bocca spalancata, la mascella che sbatteva sulle suole di gomma delle mie scarpe da ginnastica, e, proprio mentre stava per inghiottirmi, mi svegliavo urlando.
Anche Riccardo non riusciva a farsene una ragione.[..] Il giorno in cui il babbo si spense definitivamente sentimmo Riccardo urlare dalla sua camera.
gl iaveva detto il babbo nel tentativo di raccomandargli che si prendesse cura della mamma e di me. Lo so perchè anche a me aveva detto la stessa cosa, di badare alla mamma e di aiutarla a rifarsi una vita senza di lui, che in ogni caso avrebbe continuato a tenerci d'occhio. Io avevo promesso e l'avevo baciato sul volto oramai irriconoscibile. Riccardo invece era montato su tutte le furie e gli aveva urlato che non era giusto, che non doveva morire in quel modo, che avevamo ancora bisogno di lui, che era troppo comodo andarsene così! Singhiozzando sulla spalla del babbo aveva udito le sue ultime parole di consolazione: ma non aveva saputo credergli. Il 10 giugno del 1986 mio padre ci ha lasciato."


Fu così che Alice e Riccardo con la madre si trasferirono a Roma. Incominciarono tutti e tre una nuova vita.. Alice sentiva la mancanza del padre e suo fratello in un certo senso la proteggeva ..

"Ancora oggi non passa giorno senza che pensi al babbo: stare così, distesa sul divano appoggiata alla spalla di Riccardo che gli somigliava ogni giorno di più, mi dava sicurezza. Era bello parlare con lui , chiedergli consigli e raccontargli della scuola."


Anche Riccardo sentiva la mancanza del padre che era stato per lui una figura forte nel fingere ogni giorno che la sua malattia non esistesse, pur di vivere sereno, per quanto gli rimanesse di farlo, assaporando ancora la gioia per sua moglie e i figli, e più intensamente in quei giorni che tutto stava per finire. Riccardo dopo la morte del padre, è debole con un dovere da svolgere, in quella che ora era la sua famiglia, che pesa sul cuore.. e cosa può fare star meglio?

"Un pomeriggio è rientrato in casa con la testa rasata e io sono rimasta di stucco.
-Cosa ti hanno fatto,Riccardo? Dimmi chi è stato a ridurti così e gliela faccio pagare!-


Ero già tutta infervorata nella mia difesa quando mamma ha detto di sedermi e stare zitta.
-Bè?Avevo caldo e mi sono rasato i capelli,che c'è di strano?-
-Belli corti, eh?-

  ha ironizzato mamma mettendo la pasta nei piatti.
-Così riasparmio, me li mantego da solo, con una lametta-
-Se piacciono a te...-



Sarei voluta intervenire tanto volentieri: una ha un fratello e il giorno dopo si ritrova un melone! ma dico io: e i suoi capelli castani? Quei capelli così fini e lucenti identici a quelli del babbo! [..]Nei giorni che seguirono però le stranezze si moltiplicarono e sebbene mia mamma fingesse di non notare nulla, io rischiavo di diventar matta. Spesso Riccardo tornava a casa con un pacco o una borsa sottobraccio e si rifugiava in camera sua con gesti furtivi, come se difendesse chissà quale segreto. Adesso vestiva di nero come un prete, con i soldi che mamma gli aveva dato per le scarpe nuove si era comprato degli stivali militari 'anfibi' neri con i lacci bianchi, adducendo che sarebbero durati tre volte di più. Li indossava sempre insieme a delle bratelle nere e aveva portato a casa dei pesi da palestra che lo impegnavano per almeno un'ora al ritorno dalla scuola. Chiuso nella sua camera non faceva altro che alzarli e abbassarli sulle braccia per farsi i muscoli mentre ascoltava un'orribile musica più simile a un frastuono spaccatimpani inframezzato da urla incomprensibili. Mia madre mi spiegò[..] che cercava di formarsi una propria personalità, e ridisse quella cosa terribile e incomprensibile:pubertà"


Ma non era affatto la pubertà!

"In quei giorni venni a sapere che qualcuno aveva rovinato la porta del nostro dirimpettaio con un coltello o un chiodo. Rientrando da scuola trovai l'uomo che parlava con mia madre e altri condomini dell'accaduto e mostrava loro la sua porta di casa.[..]Guardai la porta e vidi il segno lasciato dal coltello. C'era scritto:'ACHTUNG EBREO!' e sotto campeggiava, prendendo tutta la porta, un'enorme croce dalle punte ritorte.
-Achtung in tedesco vuol dire attenzione, attento ebreo-
Come un avviso per chi passa o forse una minaccia> spiegò pacatamente l'uomo.[..] Ogni volta che uscivo di casa riguardavo quella scritta sulla porta di fronte: sapevo della Seconda guerra mondiale e sapevo che quello era il segno di Hitler.[..] Se Hitler e Mussolini erano morti, chi poteva avere sfregiato la porta di quel signore inoffensivo e solo, e soprattutto, perchè?[..] Il pomeriggio raccontai tutto ad Emeka[..]
Mi fa Emeka,
-è la stessa storia dei neri. Mio padre dice che non finirà mai, che ci sarà sempre qualcuno più forte o più ricco di un altro che vuole ucciderlo. Anche da noi in Nigeria era così quando mio padre era un ragazzo,per questo è scappato ed è venuto in Italia.-
[..]
-Ma Hitler e Mussolini sono morti- gli ho detto - che c'entra andare a dar fastidio al signor Norbert?-
-Ma come sei stupida: perchè si vede che il signor Norbert è un ebreo e c'è sempre qualcuno che odia i neri e gli ebrei-


Odio: una semplice parola di quattro lettere, ma capace di strasformare gli uomini.
Odio: può essere sinonimo di vendetta.
Odio: il sentimento uccide l'anima di chi lo prova..e a volte anche la vita di chi lo subisce.
un odio questo che va oltre il tempo, che non crede alla nuda e cruda realtà, e cambia la storia. La casa del signor Norbert (l'uomo al quale era stata graffeggiata la porta) attraeva Alice, e mentre le domande e i dubbi crescevano in lei..

"Il pomeriggio ero in casa da sola quando ho sentito rientrare mio fratello. Non so perchè ma istintivamente mi sono nascosta dietro il divano. C'erano due voci, una era quella di Riccardo, l'altra, più acuta, sembrava quella di una persona che parlava con il naso tappato.
-Dai, vieni, tanto non c'è nessuno-
-Complimenti, vi siete sistemati mica male-

ha detto la voce, ma ancora non riuscivo a vedere a chi appartenesse.
-Siediti, ti prendo qualcosa da bere-
Il tipo ha fatto un urletto di soddisfazione e d'improvviso si è lanciato sul divano cadendovi lungo disteso, ha afferrato il telecomando e ha acceso la televisione. Il suo anfibio destro mi ha sfiorato il naso, ho sentito il cuore balzarmi in gola per lo spavento, ma non si è accorto di me.[..]Un tipo magro, dal naso aquilino e la testa rasata. Aveva la mascella pronunciata e il gozzo prominente, fissava lo schermo con due occhi così azzurri e immobili da far paura e masticava nervosamente una gomma americana[..] Il suo orecchio sinistro era trapuntato di orecchini in ogni sua parte. Ho abbassato gli occhi: aveva una maglietta nera e il braccio nudo era macchiato da un tatuaggio a forma di serpente attorcigliato. Ho deglutito incredula e impaurita, poi l'ho visto scattare in piedi all'improvviso e stirarsi sollevando le braccia al cielo. Ho sentito il suo petto schiacciarsi quando si è voltato verso di me e ha urlato: Sulla sua maglia nera campeggiava un'enorme svastica rosso sangue e sotto c'era scritto qualcosa a proposito del Santo Graal. In quell'attimo è arrivato mio fratello [..] -
-Fra un po' è quasi un mese che sei una reclita dei Nibelunghi-
ha detto quel tizio a mio fratello,[..] Poi ha detto
- L'ebreo qui di fronte cosa ha detto? L'ha gradito il regalino che gli ho lasciato l'altra sera quando ti ho riaccompagnato a casa? [..]
-Immaginavo che fossi stato tu-
ha detto Riccardo,
-Ma guarda che mi hai messo nei casini con quella storia, i condomini volevano chiamare la polizia. E poi che male ti ha fatto quel vecchio? Il professore dice che il nostro compito è quello di difendere i più deboli-
-Senti,Thor, quel che dice il professore lo so meglio di te, e non voglio che nessuno mi dica cosa devo fare, chiaro?-

L'ha detto alzando la voce d'improvviso [..]
  -Lo sai o no che quello è un ebreo? Che se esistono quartieri come questo pieni di brava gente che lavora dalla mattina alla sera come tua mamma e non hanno nulla è perchè il mondo è pieno di ebrei? Prendi questo vecchietto: sembra un poverino e poi quando muori si scopre che il titolare di due o tre compagnie assicurative e aveva una villa in Svizzera. Ladri, ecco cosa sono:ladri! Bisogna che capiscano che la partita non è chiusa, che rimane ancora chi resiste contro gli uccisori di Cristo, questa genia di pervertiti e donnacce che hanno rovinato tutto,tutto!-
Si era infervorato come se facesse un comizio[..] avevo la pelle d'oca ed ero sconcertata[..]
  -Lo so, lo so, sembra incredibile. Ci hanno raggirato ad arte, la televisione, i libri, i giornali, tutte quelle balle sull'Olocausto. Fatti spiegare dal professore, fatti spiegare da lui che c'ha tre lauree cosa vuol dire complotto giudaico-massonico. Allora poi lo capisci perchè tua madre deve pulire i culi all'ospedale per vivere, mentre c'è chi va in giro in Rolls Royce-
[..] 
 -Thor, non deluderci. Ce l'hai quasi fatta, tu presto giurerai e farai parte dei Nibelunghi, sarai un guerriero celtico, un vero ultrà tiburtino, è un onore riservato a pochi. Piano piano capirai quali sono i valori sacri che ci ispirano, capirai quante balle ti hanno messo in testa comunisti e preti. Per ora ti chiedo solo di avere fiducia: noi ti vogliamo bene, alle nostre ragazze piaci perchè sei tosto...-
avevo una gran voglia di piangere[..]
Adesso sapevo cosa stava succedendo a mio fratello Riccardo"

 

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